I primi sintomi tangibili del carcinoma risalgono verosimilmente all’ agosto 2021.
Siamo in Benevento.
Mia madre ha cominciato ad accusare dolore continuo in sede epigastrica con irradiamento atipico (posteriore), inappetenza, malessere generale.
Il MMG dr. Enrico Mignone, probabilmente fuorviato dalle patologie pregresse, non avrebbe saputo consigliare un iter diagnostico appropriato, limitandosi a fornire generiche indicazioni relative alla corretta alimentazione. Mia madre infatti soffriva già di iperglicemia (di grado lieve e in buon compenso farmacologico), ed ernia iatale, per cui il MMG deve aver pensato che si trattasse di sintomi legati a tale condizione.
Tuttavia sembrerebbe che questo atteggiamento non sia cambiato neppure successivamente, ovvero di fronte alla persistenza/peggioramento dei sintomi.
Utilizzo il condizionale perchè all’ epoca dei fatti non vivevo con i miei genitori, quindi NON ho certezza su come si sia arrivati a tale situazione.
Quel che invece è CERTO, è che interpellato informalmente prima, e formalmente diffidato poi, il dr. Mignone NON è stato in grado di produrre in effetti alcun documento che attestasse una qualsiasi prescrizione diagnostica specificamente orientata ai sintomi riferiti, né alcun diario clinico o registro di cura che riportasse la storia clinica di mia madre, per cui la sua posizione, alla data attuale resta ambigua ed indeterminata.
Nel successivo mese di ottobre, senza aver risolto la sintomatologia dolorosa, si manifesta presumibilmente un altro sintomo della malattìa, ovvero l’ iperglicemia improvvisamente fuori controllo, motivo per il quale mia madre si affida alla specialista d.ssa Marisa Rillo endocrinologa-diabetologa con studio in S. Leucio del Sannio, provincia di Benevento (scelta determinata da un semplice criterio di prossimità).
Nel corso di ben SETTE visite succedutesi nell’ arco di tempo tra il mese di ottobre 2021 e il mese di maggio 2022, e nonostante l’ assenza di alcun miglioramento significativo, la dottoressa NON coglie la possibilità di una sottostante patologia GRAVE e NON prescrive accertamenti diagnostici appropriati, limitandosi al solo controllo glicemico, il cui insuccesso veniva sostanzialmente attribuito alla scarsa compliance della paziente.
Solo nel referto del 2 marzo 2022, e cioè BEN CINQUE MESI DOPO la presa in carico, appare traccia dell’ unico approfondimento diagnostico (peraltro inappropriato) proposto dalla specialista, ovvero una EGDS (gastroscopia), dalla quale sostanzialmente risultava una gastrite atrofica, che al massimo avrebbe potuto spiegare il dolore epigastrico, e/o l’ inappetenza, ma NON gli altri GRAVI sintomi (ad esempio la glicemia fuori controllo).
Ma neppure questo è stato sufficiente a far scattare nella specialista alcun campanello di allarme.
Eppure avrebbe dovuto essere il suo territorio di specialità…
Esasperata dalla mancata risoluzione della sintomatologia e dalla mancanza di indicazioni diagnostiche e terapeutiche opportune sia da parte del MMG che della specialista, mia madre decide di rivolgersi autonomamente (ed incautamente, aggiungo, ahimè…) al dott. Dino Di Palma, chirurgo generico, medico privato “di fama” – in realtà pluridenunciato – dirigente di reparto presso la Nuova Clinica Santa Rita, sempre in Benevento.
Dopo averla visitata, il Di Palma disponeva il ricovero presso detto reparto per “ulteriori accertamenti” il giorno 10 maggio 2022.
Il risultato di tali “accertamenti” ha portato alla diagnosi di “diverticolosi con diverticolite del sigma”, con la quale mia madre è stata dimessa il giorno 18 maggio senza alcuna risoluzione della sintomatologia.
Questo nonostante una TAC addome prescritta dallo stesso dott. Di Palma nel corso del ricovero fosse altamente suggestiva di sospetto neoplastico, come si può evincere dal referto del radiologo che riporta testualmente (cito gli stralci più significativi): “…aumento volumetrico della testa del pancreas…”, “…ectasia distale del dotto pancreatico maggiore…”, “…versamento ascitico in sede periepatica e perisplenica…”…
Referto che alla luce degli accadimenti il Di Palma sembra NON aver letto, o compreso, o considerato.
Senza contare che, stando a quanto mi venne riferito da mia madre nel corso di una conversazione al riguardo, nel corso dell’ intero periodo di ricovero il medico NON ha MAI conferito con lei (circostanza indicata nell’ esposto presentato all’ Ordine dei Medici di Benevento e mai contestata dall’ incolpato) né per acquisire informazioni che avrebbero potuto indirizzarlo meglio nella diagnosi (qualità, frequenza, distribuzione del dolore, correlazione con i pasti, comorbilità, ecc.), né per informarla dei trattamenti decisi, che pertanto sono stati di fatto somministrati SENZA consenso informato.
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