Inoltravo il reclamo Pizziol-Cianci via pec in data 28-8-22.
L’ AOPD replicava in data 28-9-22.
Riporto qui di seguito il testo integrale della missiva.
In calce gli stralci che ritengo più rappresentativi della mancanza di onestà intellettuale della direzione ospedaliera corredati dalle mie osservazioni a commento.
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Osservazioni
La cosa più evidente che traspare dalla risposta dell’ AOPD è la NEGAZIONE di qualsiasi addebito e quindi qualsiasi responsabilità anche solo PARZIALE in ordine ai fatti descritti.
Non solo, ma viene assunta d’ ufficio la difesa della dott.ssa Pizziol attribuendo in tutta evidenza fede privilegiata alla sua parola e arrivando perfino a giustificarne in maniera apodittica i comportamenti segnalati; emblematico il passaggio in cui la direzione scrive: “mai sono stati adottati comportamenti irriguardosi nei suoi confronti; la d.ssa Pizziol è sempre rimasta molto aderente al suo ruolo“…
Non hanno usato il condizionale, hanno usato l’ indicativo, nessun dubitativo: “mai sono stati”…”è sempre rimasta”…esprimono CERTEZZA.
Come è possibile?
Il direttore era forse presente durante la controversia?
C’ erano osservatori in incognito?
Siamo stati videoregistrati?
No di certo.
Molto semplicemente, a seguito della segnalazione, di prassi la direzione ha raccolto la versione della dottoressa valutando in base al principio “chiedi all’ oste se il suo vino è aceto”: “dottoressa, è vero che lei ha avuto un comportamento sgarbato e inappropriato con la paziente e/o il suo familiare?”…
Ma passiamo ai tentativi più o meno subdoli di scaricare la responsabilità dell’ incomunicabilità interamente sul sottoscritto.
La direzione AOPD scrive:
“Durante la fase intermedia della presa in carico la dott.ssa Pizziol si è interfacciata con Lei … …il colloquio è risultato molto difficile e non empatico“
“…la dott.ssa Pizziol ha cercato di spiegarle, nonostante le notevoli difficoltà di una conversazione poco serena…“
Non lo scrivono esplicitamente, ma il sottinteso è che il colloquio – definito eufemisticamente “difficile e non empatico” o “conversazione poco serena“, ma che io definirei a dir poco “lisergico” – fosse tale unicamente per MIA volontà e comportamento nei confronti dell’ “incolpevole” dottoressa, che invece sarebbe sempre stata irreprensibile, garbata, e gentile…
Ancora, la Direzione AOPD scrive:
“Lei continuava ad insistere sulla necessità assoluta e immediata di ricovero di sua madre…”
FALSO.
Io ho insistito particolarmente sulla necessità di eseguire ALTRI ESAMI che potessero essere più mirati al problema; ho proposto la POSSIBILITA’ del ricovero solo di fronte al rifiuto della dott.ssa Pizziol. Dal momento che non voleva tenerla in carico al Pronto Soccorso avrebbe potuto indirizzarla ad un reparto di pertinenza, cosa che comunque ha RIFIUTATO di fare.
Vero che la mission principale del Pronto Soccorso è quella di intervenire su persone sostanzialmente a rischio immediato di vita o di incolumità, ma principale non vuol dire ESCLUSIVA, tant’è che si accettano ordinariamente valanghe di codici minori che non rappresentano neppure lontanamente urgenze mediche, e comunque NON mi risulta alcuna legge nazionale, o regionale, nè alcun regolamento ospedaliero o ordinanza ministeriale che vieti espressamente ad un medico di Pronto Soccorso di avviare un paziente al ricovero in reparto per ulteriori accertamenti.
Era il caso di mia madre?
Secondo la dottoressa Alessandra Pizziol, il dottor Vito Cianci, e la direzione azienda ospedale-università di Padova, NO.
Io invece resto del parere che con una paziente anziana, comorbìle, che lamenta sintomi IRRISOLTI da MESI nonostante un precedente ricovero, si sarebbe dovuto procedere diversamente.
NON lo hanno fatto.
L’ hanno dimessa con una diagnosi descrittiva…
Però si sono detti “spiacenti per il disagio”.
Per il DISAGIO.
Capite?
Dimettono una paziente che ha un cancro terminale trattandolo come un mal di pancia condannandola ad altre SETTIMANE di inutile sofferenza fisica e psicologica tra terapìe inefficaci e incertezza diagnostica, e per loro si tratta solo di un “disagio”…come se avessero sbagliato la data di una prenotazione…
Vabbè dai, ciccia…
Anzi no: nel maggio 2023 la dottoressa Alessandra Pizziol è stata “promossa” a Direttore del Pronto Soccorso presso il consociato Ospedale S. Antonio.
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