Il dott. Enrico Mignone, quale medico di famiglia è stato il primo a confrontarsi con la sintomatologia di mia madre.
E’ possibile che nel tentativo di evitare indagini invasive, in un primo momento il dottore si sia limitato a trattare il dolore epigastrico con un approccio ex adjuvantibus basato su una generica ipotesi di gastrite e sulla conseguente assunzione di farmaci inibitori di pompa, i quali tuttavia dopo alcune settimane di somministrazione NON hanno fatto alcuna differenza; a quel punto deve aver ipotizzato un dolore di origine colica, magari a carico del trasverso, e si è limitato a consigliare alla paziente (mia madre) di seguire un alimentazione più adeguata.
Non essendo presente alle visite e non vivendo all’ epoca con i miei genitori posso solo ipotizzare sulla base degli elementi raccolti.
Quello che invece è CERTO, è che il dott. Mignone, dietro mia espressa e formale richiesta, NON è stato in grado di fornire alcun diario di cura, registro, appunto su carta intestata o qualsivoglia altra evidenza relativa alla prescrizione di visite e/o esami di approfondimento diagnostico.
In realtà NON ha mai tenuto traccia anamnestica di NULLA di quanto attenesse alla salute di mia madre in quasi TRENTA anni di assistenza medica.
Appare verosimile che in realtà NON abbia mai tenuto traccia anamnestica di NESSUNO dei suoi pazienti, che sono stati sempre gestiti “alla buona”, sulla parola e sulla fiducia, in contravvenzione a quanto peraltro disposto sia dall’ Ordine dei Medici, sia dalle disposizioni regionali in materia (obbligo presso i MMG di istituzione del registro di cura dei pazienti).
Il dott. Mignone dovrebbe andare in pensione nel corso del 2025.
NON ho ritenuto utile presentare a suo carico alcun ricorso all’ ASL di appartenenza nè alcun esposto all’ Ordine dei medici di Benevento.
La sua posizione al momento resta irrisolta.
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Dott.ssa Marisa Rillo