Ma andiamo avanti:
ci sono garanzie che l’ archiviazione degli esposti da privati NON sia la prassi?
NO. E nessuno dei due Ordini professionali, nè Benevento nè Padova, si è reso disponibile a sciogliere il dubbio.
Ho richiesto ad entrambi di documentare l’ attività disciplinare degli ultimi cinque anni, ex dlgs 33/13, ma mi sono visto accampare scuse estremamente pretestuose per non fornirmi le informazioni.
Tuttavia alla fine di un lungo carteggio, con l’ Ordine dei Medici di Benevento abbiamo “negoziato” un sunto degli ultimi due anni di attività, mentre il presidente dell’ Ordine dei Medici di Padova dott. Domenico Crisarà mi recapitava questa comunicazione:
in relazione alla Sua richiesta di accesso civico generalizzato, si rappresenta quanto segue.
L’ “estratto statistico delle segnalazioni” ricevute dall’Ordine “in merito a presunti illeciti disciplinari-deontologici commessi dai medici iscritti negli ultimi cinque anni”, da Lei richiesto, non è un atto o un documento in possesso dell’Ordine, ma il frutto di un lavoro di aggregazione di dati. Per fornirglielo, pertanto, dovrei distogliere per un tempo non breve almeno un dipendente dalle sue mansioni istituzionali, il che è particolarmente problematico in un’Amministrazione piccola qual è l’Ordine dei Medici di Padova, che in questo momento si trova tra l’altro, sotto organico di due unità.
Non solo: l’indicazione di quanti medici siano stati oggetto di segnalazione negli ultimi 5 anni e le percentuali sugli archiviati senza procedimento disciplinare, archiviati dopo il procedimento disciplinare e sanzionati sono informazioni numeriche che, prive di un contesto di riferimento, rischiano di essere poco significative o addirittura fuorvianti.
I soli dati numerici, senza una conoscenza del merito delle segnalazioni, nulla possono dire
sull’effettiva quantità e qualità dell’azione disciplinare dell’Ordine: a mero titolo esemplificativo, la decisione di casi molto semplici impegna l’amministrazione molto meno della decisione di un unico caso complesso, anche se i numeri depongono in senso inverso.
Ne deriva che i dati da Lei chiesti, oltre a richiedere per l’Amministrazione un lavoro di aggregazione estremamente oneroso, non consentono di effettuare un controllo corretto sull’attività disciplinare dell’Ordine; anzi, il mero precipitato numerico decontestualizzato dal merito delle sottese segnalazioni rischia di veicolare delle informazioni fuorvianti, che pertanto contraddicono lo scopo e la funzione dell’accesso civico generalizzato, ovvero la promozione una forma diffusa di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.
Per i suddetti motivi, si respinge la Sua richiesta di accesso civico generalizzato.
In pratica il dott. Crisarà mi dice che raccogliere dati disciplinari è troppo impegnativo per il “piccolo” ordine dei medici di Padova, pure sotto organico.
Non solo, ma mette le mani avanti sostenendo che potrei essere così stupido da non interpretare correttamente i dati forniti e giungere a così a conclusioni affrettate, per cui si prodiga di risparmiarmi l’ umiliazione evitando di accogliere la mia istanza. Premuroso, non trovate?…
Tuttavia, in data 21-12-22, ovvero poco meno di un anno prima della mia richiesta, il Gazzettino di Padova pubblicava proprio un articolo sull’ attività disciplinare dell’ ordine dei medici di Padova…
Non solo: in data 01-01-2025 viene reso pubblico un altro report, questa volta sul Mattino di Padova, che ci informa di Segnalazioni disciplinari in aumento:
«Si è passati da 170 pratiche disciplinari gestite dalla precedente governance a 412 esposti arrivati nel quadriennio che volge al termine», fa notare Crisarà, «Di 421 convocazioni pervenute alla commissione albo medici chirurghi, 229 sono state direttamente archiviate dal presidente (nella maggior parte dei casi vertevano su certificazioni mediche), 112 sono sfociate in procedimenti disciplinari effettivamente celebrati: di questi 49 archiviati, 12 conclusi con avvertimento, 23 con censura, due le radiazioni e il restante concluse in sospensioni da uno a sei mesi».
Pare quindi, che il Crisarà abbia detto la bugia…: i dati richiesti c’erano, ma per qualche “strano” motivo che a me sfugge, con i quotidiani in questione non si correva nessun rischio di errata interpretazione…
Sarà perchè hanno diffuso solo quello che volevano e nel modo in cui volevano?
Infatti, come affermato dallo stesso Crisarà nella sua missiva, dal mero precipitato numerico fornito in questo caso ai media, NON è possibile dedurre:
– Quali sono state le violazioni alla base dei provvedimenti sanzionatori.
– Da quali fonti provengono le segnalazioni.
– Cos’ hanno fatto i medici lazzaroni che sono stati sospesi o radiati e se c’è stata anche una denuncia penale.
– Se tra i medici sospesi e radiati ci sono dei recidivi.
– Quanti medici radiati in precedenza sono stati riammessi in servizio sotto l’ attuale consiliatura.
– Quali violazioni hanno commesso i medici ammoniti o censurati, e se le sanzioni fossero proporzionate.
– Se tutti i casi archiviati fossero realmente “infondati”.
Dunque, sostanzialmente, sono stati diffusi solo dati propagandistici senza alcun valore reale.
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